DUE VIDEO SU YOU TUBE

1° Introduzione del pensiero: il primo autorizzarsi da sé.

Ha appena avuto inizio una serie di miei video su You Tube, sottotitolati in inglese, per la Cura amica e squisita in competenza di Roby Noris:

1° Think 1

2° Intervista di Roby Noris a Giacomo B. Contri su Think:

già accessibile ma non ancora sottotitolato. Altri video seguiranno.

Il primo introduce …:
questi puntini segnalano l’errore da non compiere, e generalmente compiuto dalla Filosofia, da almeno un secolo di Psicologia, e più recentemente dal Cognitivismo e dalle Neuroscienze, o meglio dalla loro ideologia (sulle Neuroscienze in sé non c’è da ridire):
è l’errore di trattare il pensiero come oggetto (di indagine, di educazione):
trattare il pensiero come oggetto è ingiuria, e trauma, al pensiero (“mettere le parole addosso”).

Non si tratta di introdurre al pensiero, ma di osservare che c’è solo introduzione del pensiero (genitivo soggettivo), ossia che il pensiero si introduce da sé o, con un verbo di rilevanza giuridica, si autorizza da sé.

“Patologia” significa, come genere prima delle sue specie, che il pensiero ha cessato di autorizzarsi da sé, se non eccezionalmente e con procedure di aggiramento della censura (sogno, lapsus …):
intendo quell’autonoma residua facoltà autorizzativa che ha ricevuto il nome “inconscio” solo per dire che il pensiero, in stato di censura, aggira la coscienza subordinatasi alla censura:
caso in cui è lei il vero inconscio-incosciente fino a criminale.

Nel primo video ho riproposto l’osservazione che facevo già in “Leggi”, 1989 (l’antecedente di “Il pensiero di natura”, 1a edizione 1984 ), in cui descrivevo l’errore degli adulti sul pensiero del bambino in un caso particolare, quello in cui l’adulto attraversando la strada con un bambino piccolo lo tiene per mano:
quasi tutti pensano che è perché lui non pensa, e sbagliano.

Sbagliano perché invece lui pensa, e secondo un ordine completo:
pensa che ci pensa l’adulto,
e lo pensa a ragion veduta, perché fin qui ha un criterio razionale di affidabilità:
poi, ammalato da noi, forse penserà ancora che ci pensa l’adulto, ma senza più ragione, perché ha perso il criterio di affidabilità:
allora passa al fideismo, patologia universale (“credo quia absurdum”).

L’esempio non appariscente che ho reso appariscente mostra il pensiero come ordinamento già nel bambino:
un ordinamento è esteso, come lo è il Diritto, non è interiorità.

É esteso e estendibile, anzitutto in nuove acquisizioni anch’esse ordinamentali.

Questa pagina si collega con quella di ieri, “La rivoluzione filosofica di Freud”:
il pensiero è topico(-giuridico) e economico.

Milano, 15 giugno 2009

 

THINK!

Il contenuto è protetto!

Fino a nuovo avviso,

i testi proposti sul sito sono accessibili in sola lettura.

Grazie