La nostra massima irriducibilità, irreformabilità, incorreggibilità, incurabilità, sia come persone istruite che non istruite, coincide con il più antico e primo errore filosofico, reso poi formale e dogmatico da Aristotele (“Politica”):
“l’uomo è un animale [segue ‘socievole’]”, “l’uomo è l’unico animale che abbia la favella”:
nella “dura cervice” o “durezza del cuore” siamo ancora e sempre qui:
ben pochi analizzandi realizzano la patologia come filosofica.
Il primo errore, che nell’uomo ci sia dell’animale, è la confusione tra animale e materia biologica, confusione dichiarata già nel peccato originale:
uomo = animale(-natura, per esempio che mangia le mele) + Bene/Male (il più antico “modello della mente”).
Ecco perché continuo a dare il massimo rilievo a ciò che del bambino tutti possono osservare, e che ho appena chiamato “principio di Mozart” più completo che in Mozart (ieri: “Piacere, o il principio di Mozart”).
subito dal momento della nascita il bambino lavora con la sua materia biologica ancora sconnessa in ordine alla lingua, per connettere in essa il clavicembalo della lingua:
non per un solo istante una qualche delirata animalità (“istinto” innato o acquisito) comanda il moto di tale materia (lo stesso pianto per carenza nutrizionale contribuisce fin dall’inizio alla connessione).
Il bambino non inizia evolutivo, non c’è età evolutiva:
qui c’è comune incompetenza di creazionismo e evoluzionismo, che cercano di convivere appunto nella Psicologia dell’età evolutiva e nella education.
La moralità, anche come la hegeliana Sittlichkeit, inizia dal primo giorno di vita del bambino:
ecco perché “se non tornerete come bambini …”.
Rinnovo la mia battuta rituale:
non riusciremo mai a essere bestie per quanto ci sforziamo (con successo) a essere delle vere … bestie.
Ricordo di avere irritato e scandalizzato (uno scandalo alla rovescia) una mia cliente, per averle detto che il suo continuo stucchevole definirsi “una vera tr..a”, era solo l’illusoria ricerca, strumentalizzante il suino femmina, di una bassa consolazione, consolazione perché bassa (in particolare la letteratura russa è stata piena di idealizzata “bassezza”).
La storia spirituale dell’umanità è soffocantemente congestionata dalla Teoria del passaggio-ponte (Platone) da presupposte stalle a superiori stelle.
Non potrei mai chiamare una figlia “Stella”:
se per mia incoerenza ciò accadesse, anni dopo toccherebbe a lei scoprire che suo padre è proprio una … bestia.
Milano, 25 giugno 2009