“SCHERZA COI FANTI …

e lascia stare i santi”.

Ricordo ancora con piacere la mia ritorsione di venti anni fa nei riguardi di questo detto cattivo (in “SanVoltaire”):
con i santi si scherza benissimo, sono i fanti che non scherzano!

(posto che “fanti” significhi fanteria, soldati, a volte sgherri: so di qualche dialetto in cui significa bambini, in questo caso dovrei soltanto variare la ritorsione).

Non sono santi se non ci si scherza benissimo.

Vale anche per “Dio”, posto che esista:
se non ci si scherzasse benissimo “meglio gli fora non esser esistito”, lo dico scherzando con Iacopone da Todi (“meglio gli fora non esser nato”).

Certo, “scherzare” designa un atto intellettuale, in forma (buona, va da sé), rivolto a qualcuno non meno intellettuale, formale.

Allora tutti sono atei, anche i “credenti”:
tutti escludono che un “Dio” così, intellettuale, formale, possa esistere:
neanche a … pensarci! (siamo sempre lì):
se esistesse sarebbe un de-mente (uno schizofrenico kraepeliniano, o Narciso).

In questo senso, sono tanti a prendersi per “Dio”, e senza distinzione tra sessi.

Si tratta di sapere se esistono i santi, meglio, se possono esistere:
questione di pensiero, o di logica.

Milano, 25 maggio 2009

 

THINK!

Il contenuto è protetto!

Fino a nuovo avviso,

i testi proposti sul sito sono accessibili in sola lettura.

Grazie