Ne inizio l’elenco, liberi tutti di incrementarlo, modificarlo (come in Wikipedia), obiettare.
Del paralogismo come ragionamento fallace si sono occupati i sapienti del Gruppo storico dei “Sapienti”, anche distinguendolo, chi sì chi no, dal sofisma:
ma non si sono occupati dei ragionamenti fallaci che rendono fallato e fallito il pensare del bambino, che aveva iniziato bene.
Si tratta di sostituzione indebita di un pensiero a un altro pensiero:
un primo caso è quello della funesta accusa ai bambini di dire bugie (mitigazione lessicale di “menzogna”, ma che come tale sarà recepita), allorché si tratta semplicemente di soluzioni-ponte per oltrepassare un ostacolo, o perfino di omissione di un argomento semplicemente perché non giudicato interessante:
oppure perché giudicato così interessante da non volerlo mettere in pericolo;
un altro è l’accusa al bambino di rubare, mentre ha soltanto prelevato modeste somme come anticipo non richiesto dell’eredità (nulla a che vedere con il drogato che manda in rovina l’economia domestica);
non mi dilungo sull’imperativo a non accettare nulla dagli estranei;
arresto il lungo elenco dei paralogismi dolosi di questa specie, per segnalare il già segnalato e più grave:
il bambino già sa quanto basta dell’amore per l’esperienza di essere trattato bene:
ma verrà per lui il giorno infausto in cui gli si parlerà di “L’Amore”:
pochi ne escono, neppure i terremoti sono una tale fonte di disastri;
ma è della stessa famiglia il paralogismo con cui Platone, fuori dalla caverna, sostituisce con destrezza all’onesto percettivo sole l’Idea “Il Bene”, con un poco prestigioso gioco di prestigio;
per finire (provvisoriamente), segnalo che anche la parola “percezione” è finita nel paralogismo, rigorosamente separata com’è diventata la sua accezione sensoriale da quella economica:
il risultato della separazione di sensoriale e economico è di allucinare il reale.
Il Cielo infernale del paralogismo ci ferisce in pochi anni:
Freud resta eccezionale – eccezione nella storia del pensiero – per avere individuato nei primi cinque-sei anni di vita l’epoca in cui i giochi sono fatti, intendo i cattivi giochi del primo iniquo paralogistico processo:
lui ha offerto il poter darsi di una seconda epoca, quella di un nuovo processo (vedi “Processo d’appello”, martedì 19 maggio).
Milano, 22 maggio 2009