MICROMEGA: UNA FRASE

Mi sono trovato a cercare una parola che risolva l’ossimoro micro-mega di Voltaire (Micromegas):
questa volta non ho dovuto andare lontano, l’avevo già lì, in testa, in bocca, in mano:
è “pensiero”, in cui non si distinguono due dimensioni se non per ostilità.

Mi preme qui rispondere alla domanda:
“Che significa ‘guarire’ ?”

Significa che basta cambiare anche solo una frase (micro) per cambiare discorso, universo, anzi per fare universo (macro):
intendo una frase d’uso quotidiano.

Potrei raccoglierne un mazzo variopinto (questo Think! ne è un mazzo illimitato, dunque neppure più mazzo), ora ne prescelgo una:
“Che sogno d’angoscia!”, o anche “Che brutto sogno!”.

Conosco persone cui l’esperienza continua a non servire a nulla, compresa l’esperienza dell’analisi, perché continuano a non cambiare frase.

Quella frase è espressione di una Teoria, che l’angoscia sia prodotta dal sogno come il mal di denti lo è dalla pulpite:
ma il sogno non produce angoscia, esso ripropone salutarmente un tema o pensiero (“desiderio”) che è stato omesso da una ostilità o inimicizia al pensiero come tale:
è la censura smascherata dalla riproposizione del pensiero a produrre l’angoscia, ossia un conflitto risultante da una contraddizione (abbastanza volgare per di più):
quando quel tema viene ri-assunto (come uno che è stato licenziato), riabilitato, riscattato, esso è salutare anche nel senso di salutabile con favore e pace.

Questa pace, guarigione, esige il cambiamento di frase, che comporta senza fatica il cambiamento del suo discorso, pena (letteralmente) la permanenza della pena dell’angoscia.

Anche “Che angoscia!” è una tale frase.

Ognuno è in grado di stilare una breve lista di sue frasi consimili, tutte vettori di Teorie:
per prime le frasi che confondono angoscia e paura, che comportano la Teoria dell’istinto, che assumono la parola “stress”, e così via.

Cambiare frase, o parola-frase
– può voler dire semplicemente lasciarla cadere, senza più impuntarsi cioè fissazione -,
ossia cambiare discorso, è anche, appena più coltamente, cambiare logos:
anche la censura, o inimicizia per il pensiero, pretende di avere un suo logos o ragione o ordine, anzi è quello corrente, contro-corrente (la nostra).

Cambiare frase, guarire, è la stessa cosa che passare all’Amicizia del pensiero o Ordine del linguaggio, che è giuridico perché imputativo, a partire dalla sanzione della gratitudine per il profitto lucrato a mezzo d’altri.

Sono psicoanalista di lungo corso:
ho visto raramente cambiare frase, eppure questo cambiamento è a portata di mano e di borsa, e spesso migliora la borsa, il sonno, l’alimentazione e quant’altro.

Ho visto uccidere-uccidersi per non cambiare frase.

Milano, 14 aprile 2009

 

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