Ormai è una battuta celebre di Luciana Littizzetto sentita l’8 marzo, giornata della donna, a “Che tempo che fa”:
è appena uscita la sua raccolta La Jolanda furiosa, Mondadori 2008.
Brillante la Littizzetto anche l’altra sera, quando ha detto che lei l’invidia del pene non l’ha:
poi, se la veda lei se ha saltato qualche passaggio.
Nata e nota come battuta di spirito (il Wiz esplorato da Freud), avrebbe potuto nascere anche come lapsus.
Occasione per segnalare un errore tanto comune quanto non riconosciuto come errore:
quello di credere che io stia parlando da psicoanalista.
Ciò non è vero:
per un brevissimo tempo avrebbe potuto andare così nel caso fosse un lapsus di un mio cliente, e anche questo solo per un tempo breve tra divano e poltrona:
infatti la suddetta battuta mette all’opera il pensiero
– “di natura” come l’ho chiamato, di cui la psicoanalisi è solo una derivazione –
a formulare, legittimamente per tutti, la domanda generale:
quanti e quali sono i letti non a baldracchino?
Non occorre essere dei sommi logici per concludere che
– poiché la prostituzione per soldi è solo un caso particolare di prostituzione come scambio di equivalenti, gli altri casi essendo di altra specie, sociali, rivendicativi, spirituali fino a mistici –
diventa difficile, ma anche interessante, individuare se ci sono letti non a baldracchino
(conosco persone che lo escludono, ma secondo me hanno saltato qualche passaggio anche loro, coincidentia oppositorum con gli spirituali).
Nella mia prima giovinezza la frase più oscena – e ne ho sentite tante, anche lutulente -, oscena come disgustosa non perché ob-scaenam, è stata quella della madre di un mio coetaneo quindicenne che suonava:
“Se voglio una pelliccia da mio marito, so benissimo che cosa fare”.
Per dirla alla Littizzetto, non darla può essere prostituivo quanto darla, questione di prezzo.
Non essendo erotomane, e non osceno bensì ob-scaenam, informo che c’è un qualcosa che nessuno dà via, se non al prezzo del disprezzo (che pagano tutti, “democraticamente”).
Seguono annotazioni, pedanti benché corrette, che tralascio.
Milano, 10 marzo 2009