Proseguo con “ ‘La Filosofia’, o la Svizzera del pensiero” di lunedì 16 marzo.
Il linguaggio corrente non sa quanto ha ragione nelle espressioni “filosofia aziendale”, “filosofia di governo”, “filosofia americana”, “filosofia di vita” eccetera, ossia non c’è che filosofia:
la serie di esempi dovrebbe proseguire con “filosofia nevrotica”, “filosofia perversa”.
Grande sviluppo ha avuto quella filosofia dell’oggetto i cui nomi più noti sono Abraham, Klein, Winnicott, Bion:
io coltivo invece quella filosofia della materia prima (lavoro, partnership) che ho chiamato “Pensiero di natura”:
essa ha come motto filosofico il detto “l’albero si giudica dai frutti”, non dall’albero cioè l’ontologia ossia un’altra filosofia,
e trova applicazione nella tecnica psicoanalitica (freudiana), senza oggetto.
La nevrosi è una filosofia le cui dimensioni, visti i correlati, non sono inferiori a quelle dei massimi sistemi:
è quando il paziente non passa a questa scoperta, che l’analisi non va:
ci consoliamo pensando che almeno è una psicoterapia, cosa psichica non filosofica.
La Svizzera del pensiero è quel Comitato centrale dei maiali di “La fattoria degli animali” di G. Orwell, per il quale Comitato tutti gli uomini sono sì uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.
Non sto accusando tutti i filosofi con le loro filosofie, ma solo quelli che in filosofia si (im)pongono come più uguali degli altri (un vizio iniziato prima di Platone):
la “modestia” filosofica è solo formazione reattiva.
Ancora a proposito del titolo di Orwell, colgo l’occasione per osservare che tutte le filosofie sono fattorie, ordinamenti attivi, e che non tutte le fattorie, fatte per fare, fanno bene.
Un “Ordinamento” è un dispositivo che ordina la relazione di un individuo con tutti gli altri:
c’è dispositivo e dispositivo.
Il vizio filosofico – esenzione dall’imputabilità – è il peggiore perché infetta l’umanità intera:
la priva della difesa del pensiero, e quel che è peggio senza apparire ostile in sé:
ostili sono sempre altri, il “Filosofo” è sempre innocente, sine labe originali conceptus.
Milano, 19 marzo 2009