FREUD PAPA, LE CATTEDRE E IL PADRE

Sabato domenica 28-29 marzo 2009
in anno 152 post Freud natum

 

Lettura di:

S. Freud
Per la storia del movimento psicoanalitico
OSF 7

Almeno in un momento Freud ha parlato da Papa:
infatti dopo avere sperimentato l’accettazione della psicoanalisi sì, ma equivoca e non benevola da parte della Cultura, mortifera piuttosto,
e dopo avere sperimentato regressi, regressioni, deviazioni rispetto alla Psicoanalisi da parte di molti seguaci,
ha dichiarato fin dalle prime righe del libro appena menzionato (1914):
“Nessuno dovrà stupirsi del carattere soggettivo e della parte che alla mia persona è assegnata […]. Mi ritengo quindi autorizzato a sostenere che ancor oggi […] nessuno meglio di me può sapere che cos’è la psicoanalisi, in che cosa essa si differenzi da altri modi di indagare la vita psichica, e che cosa con il suo nome si debba intendere rispetto a quello che sarebbe meglio indicare con una diversa denominazione. Rifiutando quello che a me sembra un atto di illecita usurpazione […].”

Ecco come si parla da Papa, tenuto anche conto che Freud parlava così per l’Universo, benché disposto alla solitudine nei confronti della “maggioranza compatta” (il gruppo o massa anche democratica, vedi Tocqueville).

Freud ha cercato non l’assenso al suo pensiero, ma la non usurpazione e confusione di esso:
in questo modo ha anche difeso il pensiero di ognuno, usurpato e confuso fin dall’infanzia.

Due precisazioni buone anche per il Papa:
1. Freud ha parlato ex cathedra, da una cattedra che non è la cattedra universitaria:
il cristianesimo avrebbe dovuto introdurre per sempre questa distinzione, il che non è successo;
2. Freud ha parlato del Padre, e in termini tali che J. Lacan ha potuto commentare correttamente:
“Il Padre di Freud è il Padre del ‘Padre nostro’ ”.

Osservo che Gesù, come poi Freud, era più coltamente-logicamente avanzato del Credo di Nicea, che pure aveva avanzato in pensiero (genitus e procedit, ma non insisto):
infatti il “Padre nostro” non abbisognava affatto della mediazione, ontologica o logica, di un “Dio”:
in altre parole, come già Gesù Freud non era religioso:
ecco perché scrivo che se l’uno siede alla destra del Padre, l’altro alla sua sinistra.

Del Padre come principio di eredità progressiva e non tradizionale, e di acquisizione legittima, ho già parlato.

Posso dunque riproporre come appropriata la battuta lacaniana:
“Cari amici, un giorno dovremo dimostrare l’esistenza di Freud”.

Milano, 28-29 marzo 2009

 

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