Raccomando per tutto il tempo natalizio la coltivazione dell’articolo di sabato-domenica 20-21 dicembre, qui riproposto con ritocchi e seguito da un Supplemento.
A rivederci mercoledì 7 gennaio 2009.
Povero Cristo
Nel trattarlo bimillenariamente-tradizionalmente come povero Cristo, noi cristiani abbiamo fatto del nostro peggio più di tutti:
non i Musulmani, meno ancora gli Ebrei, né i bestemmiatori più varî, o gli atei, i laicisti cattivi eccetera.
Infatti abbiamo dato il via:
al visionario “volto di Cristo”,
all’amore privo di significato e insensato che gli attribuiamo,
all’inattendibilità o inaffidabilità con cui lo connotiamo,
al denotarlo come un “fatto” privo di discorso,
come un oggetto di fede privo di ragione propria,
come un astro insensato come lo sono tutti gli astri,
come una visionaria meteora cioè un fenomeno paranormale e pirotecnico da baraccone spirituale per debili,
al “conoscerlo” come uno senza pensiero cioè senza conoscerlo,
ossia al docetismo bimillenario con-sacrato da Dante nel suo cristianesimo senza Cristo:
insomma un povero Idiota (Dostoevskij).
Insieme, nei secoli, nessuno come noi cristiani ha tanto concesso all’amore come innamoramento, e all’idea di istinto-concupiscenza (ancora Cristo trattato come un imbecille):
“Dio” avrebbe l’istinto dell’amore come suo predicato essenziale, l’amore dell’Idiota:
il povero Cristo è dunque una deduzione teologica.
Cose già dette più volte, recentemente nell’articolo “L’intellettuale Gesù” di giovedì 11 dicembre:
cose da … sbattezzarsi, ma ho motivo per non aderire alla pratica dello sbattezzo.
La rimozione (rinvio temporale come censura del pensiero), e dunque la nevrosi, ha sì iniziato a esistere fin dal peccato originale
– ciò è scritto nel Genesi: inibizione, sintomo, angoscia, ideazione delirante, fissazione -,
ed è documentata nella più antica letteratura, occidentale e orientale:
però il suo rilancio mondiale ha avuto nuovo inizio con la rimozione cristiana del pensiero di Cristo, donde imbecille o idiota (chrétien-crétin):
gli Ebrei non lo hanno rimosso, hanno lasciato ai Cristiani il compito di farlo, e questi lo hanno fatto benissimo; i Musulmani hanno fatto un’altra operazione ancora, accomunante nella differenza gli uni e gli altri.
Esso è un pensiero attestato da testi e da questi datato quanto basta, decennio più o meno, tanto da sollevare la corretta questione se possa non essere esistito un pensante (individuale) di un tale pensiero coerente, consistente, innocente:
esempio: tra millenni potremmo aver perso ogni traccia biografica di I. Kant ma, posto il pensiero kantiano, potremmo annullare la questione dell’esistenza individuale del pensante Kant?
Prima di rispondere, attenzione:
la questione non riguarda anzitutto Kant o Cristo, ma ciascuno di noi.
Noi Cristiani potremmo vantarci (!?) davanti al Tribunale della Storia, dimostrando che la nevrosi l’abbiamo (re)inventata noi:
chi ci farebbe concorrenza?:
forse gli Ebrei, ma qui inizierebbe una disputa finalmente interessante (ce ne sono pochissime), e priva di antisemitismo e di anticristianesimo:
poi, come si dice, vinca il migliore:
ma non vorrei essere vincitore in una tale disputa.
La nevrosi è antica:
ma è moderna dal cristianesimo in poi.
“Radici cristiane dell’Europa”?, sì:
sono le sue radici poverocristiane.
La rimozione come rinvio del pensiero offende il pensiero di ognuno di noi, riducendoci a povericristi.
Supplemento:
psicoanalista cioè freudiano, redattore della prima edizione del pensiero in quanto umano (“di natura”), da almeno dieci anni mi dedico anche a restituire cittadinanza al pensiero di Cristo (al pari di quello di Freud e di altri) in quanto pensiero metafisico:
è una metafisica economico-giuridica (l’albero si giudica dal frutto), non una metafisica ontologico-panteista (l’albero si giudica dall’albero),
esente da Teologia, e da quella Psicologia novecentesca che è il sostituto secolarizzato della precedente, ambedue sostituti del pensiero.
Milano, 23 dicembre 2008