Sabato-domenica 25-26 ottobre ho scritto:
“Potere:
non ce n’è”.
Intendo fare il diario del nuovo Potente del potere che non c’è:
egli lo ha sospettato quanto basta nello slogan “Yes we can”, che gli auguro con tutto il cuore di sapere e potere distinguere da “Provaci ancora Sam”.
Continuo a seguire un pensiero che introducevo nel 1977 (“La tolleranza del dolore. Stato Diritto Psicoanalisi”):
“Il buco tra impotenza e prepotenza non è mai stato colmato”.
Tutto resta da dire e ordinare sulla relazione tra pensiero e potere:
è la relazione che fonda “yes we can”.
Fino a Freud c’è stato quasi solo da ridire e disordinare, e dopo si è ricominciato con rinnovato algore.
Milano, 6 novembre 2008