A volte mi chiedo se faccio bene a scrivere un articolo al giorno:
in certi commenti ricevuti il sospetto delle perle ai porci mi prende (delle suddette perle ho scritto recentemente, “La creazione del porco”, 3 settembre).
Ma ho già detto perché lo faccio:
è la mia analisi interminabile, o il mio contributo all’Ordine giuridico del linguaggio (Ordine non è Sistema), chiunque sia a trarne vantaggio oltre a me:
un Ordine di cui il pensiero (“di natura”) è la Norma fondamentale:
insomma (ridete se potete) lavoro per il Regno di cieli non distinti dalla terra.
Ogni mio “pezzo” convive pacificamente
– non contraddittoriamente, eventuali eccezioni non mi preoccupano affatto –
con tutti gli altri, così che ognuno li rappresenta tutti (ormai diverse centinaia), il che mi consente una conclusione:
che sono diventato un uomo semplice (non l’Idiota dostojevskiano), cosa che non succede spesso.
Era la mia prima impressione di Freud che cominciavo a leggere a ventun anni:
tremende complicazioni e sistematizzazioni riportate al semplice (diciamo un complesso semplice), non da un’azione semplificante bensì da una ricostituzione dei rapporti, o dell’ordine:
il resto è venuto obbedendo alla prima impressione.
Solo due apprezzamenti non apprezzo:
quello di essere “intelligente”, che mi offende:
posto che qualche volta io abbia inteso qualcosa, questo inteso diventa un fatto come ogni altro fatto;
quello di dire cose “interessanti”:
questo pseudogiudizio mi annulla, ancora più di miei vecchi nemici che hanno cercato di “farmi fuori” (non fisicamente).
Milano, 1 ottobre 2008