Nella globale crisi economica mondiale, non avevo mai tanto scritto di economia come nell’ultima settimana.
Certo, si trattava di collegarle pensiero e fede, e perfino verità.
Ho fatto fare progressi economici al “punto di vista economico” freudiano, unitamente a quello “topico” cioè giuridico.
Ma siamo nella discordia economica (“conflitto”):
la discordia è economica, è la separazione tra cuore e economia:
“Poveri ma belli” era un Manifesto economico-politico (Dino Risi 1956), pubblicizzato da corpi banali.
I miei pazienti che non guariscono, è perché sono fissati al fallimento, innamorati dell’amore, innamorati:
malocchio del dio malvagio.
Fissati all’armonia prestabilita, presupposta non posta:
da quanti anni faccio osservare la definizione freudiana della psicoanalisi come “scienza senza presupposti”?, ossia l’assenza di presupposti come fondamento di una scienza?
Consiglio di rileggere a partire dall’anti-principio di diseconomia, scritto in “Il dolore e il petrolio”, sabato-domenica 13-14 settembre.
Milano, 22 settembre 2008