Un aforisma di A. Schnitzler:
“Senza la nostra fede nel libero arbitrio [Nota 1] la terra sarebbe il teatro non soltanto delle più terribili assurdità, ma anche della più insopportabile noia. L’assenza di responsabilità [Nota 2] annulla ogni esigenza etica e la vanifica nel suo stesso presentarsi alla coscienza; senza il senso di responsabilità l’io non sarebbe più l’io, e la terra non sarebbe più il teatro di commedie e di tragedie vissute da uomini, ma si trasformerebbe in una ridicola farsa fra pulsioni libere di comandare [Nota 3], che accidentalmente si impersonificano in un individuo o in un altro.”
[1] L’espressione “fede nel libero arbitrio” è priva di senso:
il libero arbitrio è una questione di sapere, non di fede (né di teologia).
Del resto, anche la fede è una questione di sapere se definita, come propongo da anni, come giudizio di affidabilità:
senza di che resta la parola più oscura e inaffidabile dell’umanità, senza fede anche nei massimi e perfino più sacrificali pronunciamenti.
[2] La responsabilità è legittima in certi casi formalmente definiti, fuori dai quali può spingersi e all’estremo si è spinta fino ai peggiori crimini contro l’umanità, tutti in nome della Responsabilità per il Mondo, la Nazione, l’Umanità.
Nella frase di Schnitzler essa va sostituita con “imputabilità”:
cambia tutto, per il singolo, il mondo, la nazione, l’umanità.
Sull’imputabilità si fonda il sapere quanto al libero arbitrio:
da tempo ho condensato il pensiero di H. Kelsen nella frase “L’uomo non è imputabile perché libero, è libero perché imputabile”.
Ho mostrato che la psicoanalisi si allea con questa frase.
[3] “Libere di comandare” è un ossimoro:
non c’è libertà nel comandato ma neppure nel comandante.
La legge di moto dei corpi umani (“pulsione” prima della corruzione patologica) non è comando (causalità naturale o morale) bensì norma di profitto (unione di diritto e economia).
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* Arthur Schnitzler (Vienna 1862-1931), Sulla psicoanalisi, SE, Milano 2001, Cap. Responsabilità e inconscio, raccolta di aforismi di ardua datazione (pubblicati dall’Autore nel 1927).
Milano, 15 aprile 2008