Non esistono colonne d’Ercole.
Commento
Ma esse vengono fatte esistere, poste anzi imposte come dato brutale, con invasione e corruzione del pensiero.
Nella loro non esistenza
– non c’è “folle volo”, in esso la follia è l’ideazione delirante di tali colonne: che il pensiero possa delirare non richiede dimostrazione –
hanno storicamente ricevuto nomi diversi, che sarebbe ormai facile elencare.
Esse vanno da Platone
– che, delirate le colonne o comunque un passaggio (mare) dato per non oltrepassabile, deve poi postulare una nave “divina” che ci trasporti aldilà –
a oggi.
Vengono fatte esistere da una certa astuzia della ragione, che meglio sarebbe chiamare furbizia se non furbata:
le Teorie meritano spesso una tale volgarità, cioè l’imputazione della loro natura.
In Freud hanno preso il nome “roccia della castrazione” (inesistente), che ha perlomeno il vantaggio della lingua di tutti i giorni.
Da molti anni le chiamo con il nome del loro concetto:
obiezione di principio (né fattuale né logica), che si erge in tutta la sua misera possanza:
bene rappresentata dalla catatonia di Narciso nel puzzo delle sue deiezioni, ribattezzata da Freud come “inaccessibilità narcisistica”.
Il non esistente, l’Oggetto-obiezione, oggi va forte:
è il primo dei Fondamentali della nostra miseria psichica, politica, economica, cioè di una delle due Istituzioni del pensiero.
Milano, 18 aprile 2008