Ho sempre sentito Bucchi un compagno, come recentemente nel suo ultimo dialogo sui massimi sistemi (“La Repubblica”, 13 marzo):
– Le neuroscienze ipotizzano che sia possibile pensare dieci volte più velocemente.
– Ecco il perché di tanti imbecilli.
Questa volta non ho voglia di diffondermi in tante articolazioni e di trarre conseguenze:
mi accontento di rimandare alla “fretta” denunciata da Freud della quale ho parlato più volte, e di aggiungere che l’autore non aveva bisogno di leggere Freud per trarre la sua deduzione.
A Bucchi manca (al momento) solo la connessione tra imbecille e criminale (a presto).
Milano, 3 aprile 2008