IL “PALAZZO”

Per bocca di una paziente in una seduta è entrato, durante la campagna elettorale, l’argomento del “Palazzo”:
dovevo decidere se dargli udienza anziché metterlo alla porta perché non pertinente:
la risposta è stata positiva per compiacere la mia paziente, ossia per osservare il metodo psicoanalitico, che esclude la distinzione tra parlare “di sè”, interno, e parlare “d’altro”, esterno, tra stanza e piazza.

Dalla seduta non è poi venuto molto, la comune tentazione vagamente paranoica su “Il Potere”:
ma chi l’ha mai visto?, salvo confonderlo con la brutalità partigiana di un Gruppo o un Partito che ha preso “Il Potere”, ed esercita la violenza per dimostrarne l’esistenza:
i suoi misteri o segreti sono di Pulcinella, salvo l’idea delirante “Il Potere” che ne fa il povero potere:
il “Potere” è da non confondere con lo Stato, il cui concetto non gode buono stato di salute, e il cui nome è sempre più polveroso:
il Palazzo non sta in Centro (in modo diverso neanch’io, e neanche dio).

In generale, almeno ai giorni nostri, il “Palazzo” ha i piedi d’argilla senza mai essere stato un colosso:
ciò non mi priva della facoltà, e anche piacere, di apprezzare alcune personalità a livello mondiale:
ma, altrettanto realisticamente, con molti “del Palazzo” non avrei motivo di uscire neppure per bere un caffè:
non c’è disprezzo né sufficienza in queste parole:
il fatto è che la competenza da Palazzo – intendo quella meglio esercitata – sta nella massima restrizione del pensiero, in una vita psichica ridotta anche nell’ambizione (come potranno salvarsi?)

La domanda resta quella di sempre, quella della fonte del potere, e non mi irritino più i timpani con “il Popolo”:
più ragionevole, almeno in paragone, è l’idea paolina che “omnis potestas a deo”, ma non vi insisto:
Al Palazzo io presto il mio consenso senza che mi venga estorto, gli tributo una onorevole condiscendenza, detta anche lealtà politica.

La modestia di Dio (articolo precedente) è preclusa ai politici:
ciò dovrebbe renderli almeno un po’ … modesti.

Nella nostra mente inficiata da Idee, le Idee di “Palazzo” sono due:
quella del Potere e quella del Sapere (dovrò tornare su questa coppia).

Milano, 22 aprile 2008

 

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