I “Fondamentali” in economia (profitto, commercio estero eccetera) riguardano tutti.
Un altro fondamentale dell’economia è l’occupazione, e proprio da qui deve iniziare l’esame, perché occupazione è equivalente a busta-paga:
rammento che mesi fa ho distinto tra busta-paga e busta-profitto.
Ora la busta-paga, paga:
paga le tasse in anticipo, paga il preventivo dell’imprenditore, paga la recessione, paga l’inflazione … , insomma paga e in toto, perché ciò che resta paga i mezzi della sopravvivenza:
la busta-paga è il peggiore dei fondamentali.
Il peggio è che la busta-paga informa di sé il pensiero stesso, e ciò per ragioni non solo socio-psico-economiche, ma anche psicopatologiche (la psicopatologia è diseconomia), come dire il danno e le beffe.
Osservo che al contrario, dal lato del produttore di profitto o ricchezza, in fondo non è appropriato parlare di busta-paga per quanto elevata, soprattutto perché i suoi consumi (per non dire né bisogni né godimenti) possono essere considerati dei prelievi insindacabili sul tesoro (teoricamente nulla osterebbe a che egli viva monacalmente a pane e acqua):
non c’è paga né busta.
Nel linguaggio che sto usando, Freud è quello che ha proposto all’universale attenzione disattenta il fondamentale della busta-profitto come forma possibile del pensiero, chiamandolo “principio di piacere”, o di profitto (Gewinn), o “pulsione”, riformabile come “principio di realtà”.
Freud è un economista,
anche nel caso del quale scompaiono sia paga che busta.
Freud ha poi perfezionato il suo fondamentale economico riconoscendone il coronamento nel “complesso edipico”:
con esso la facoltà in cui consiste il principio di piacere è accresciuta dalla facoltà di coniugio tra i sessi, ossia di una partnership supplementare alle altre.
Tutto è fatto affinché la prima facoltà sia distrutta per mezzo della distruzione (Zerstörung) della seconda:
tra l’altro, in materia di tale coniugio i profitti umani sono riconosciutamente scarsi.
Non abbiamo idea di un mondo orientato sul nuovo fondamentale, pur disponendo intellettualmente dei suoi elementi costruttivi.
Ho chiamato questo fondamentale “pensiero”
– (“di natura”, ma ormai tra parentesi: si tratta del pensiero riscattato) -,
valido almeno in quanto bussola, come ogni fondamentale.
Potrò riprendere solo lunedì 14 aprile.
Milano, 9 aprile 2008