ESAME DI PROFITTO. CONCLUSIONE DELL’ANALISI

Sabato domenica 8-9 marzo 2008
in anno 151 post Freud natum

 

Lettura di:

S. Freud
Sul senso di colpa
OSF passim

Dall’analisi viene la fine dell’esame di coscienza (incapace di conclusioni) e il  passaggio concludente all’esame di profitto (coscienziosissimo quando c’è).

Per illustrare questo passaggio prendo occasione dal ritrovarmi tra le mani “Assassinio nella Cattedrale” di T. S. Eliot, che leggevo da giovanissimo, e che è stato e tuttora è per molti un vademecum di almeno dubbia compagnia:
alla sua partita non gioco più.

La Prima parte mette in scena le celebri quattro specie di Tentazione, non importa quali, basta la categoria “Tentazione” (è in questa che sono caduti i nostri bravi progenitori):
la categoria “Tentazione” è la tentazione a cadere in essa:
lo è come principio classificatorio generale di qualsiasi eccitamento come tentazione particolare, con diffamazione degli eccitamenti (che sono buone idee, vocazioni, inizi) in quanto tentazioni,
e allora via con le coppie: carnale/spirituale, temporale/eterno, piacere/potere (con sordidi accoppiamenti verbali: piacere carnale/piacere spirituale, potere temporale/potere spirituale).

La Tentazione è tentante in sé, non anzitutto per il suo contenuto delitto compreso, che diviene indifferente:
perché il senso di colpa è modo di produzione di colpe reali, unico modo per conferire a tale “senso” un senso:
“senso di colpa” è il disorientamento morale risultante dall’attacco al pensiero come orientamento, bussola.

Tutte le tentazioni particolari sono destini e varianti di una prima, quella a rinunciare a un primo pensiero, afferente all’esame di profitto con la sua imputabilità:
tutto continua a venire fatto contro l’esame di profitto, quello che viene al termine della coltivazione dell’eccitamento come risorsa.

L’esame di coscienza ha molti mea culpa ma è privo di imputabilità.

Il suo è un programma perverso, e in ciò Eliot non manca di acume:
infatti, dopo quello di classificare il potere spirituale stesso, una volta classificato come tale, come tentazione,
ha avuto quello dell’individuazione dei “sordidi particolari” (sordid particulars) come quelli attraverso cui “può essere svelato l’eterno disegno” (!), il che rende perverso l’Onnipotente stesso per il fatto di rivelarsi con il loro mezzo:
“sordidi particolari” designa bene l’insieme delle perversioni, e il perverso legittima l’ordine della Tentazione che perverte l’eccitamento.

C’è una sola tentazione reale e primaria: quella alla rinuncia al pensiero.

Milano, 8-9 marzo 2008

 

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