CREDO NELL’ANGELO CUSTODE

Recitavo da bambino:
Angele dei qui custos es mei, me tibi commissum pietate superna illumina, custodi, rege et guberna.”

L’ho imparata in latino prima che in italiano:
lo devo a quell’iperbolico di mio padre che, quando avevo tre anni, tenendomi su un braccio mi insegnava il Credo in latino:
cose da padre ebreo su di tono, del che gli sono grato ancora oggi.

L’angelo custode non è un articolo di fede, ma ci credo con forza:
lo si dice popolarmente, ossia che il bambino ha sette vite come i gatti, oppure omericamente (come faccio io), cioè che come Troia è inespugnabile dalla forza ma solo dall’inganno (angeli o non angeli, Dei o non Dei).

É ciò che i Tribunali dei Minori farebbero bene a sapere,
e che gli Psicologi non sanno perché anche loro sono stati ingannati da bambini, ma la Psicologia non glielo ha fatto ricordare.

I minori sono minori solo in quanto minorati, infantili solo in quanto infantilizzati, ossia privati di intelletto (illumina), difesa (custodi), sostegno (rege), meta (guberna):
il che resteranno da adulti, sorte comune anche nelle forme della Cultura.

Trovo notevole l’invenzione della figura mitica dell’angelo perché consiglia di rivolgersi a qualcuno distinto dai genitori come pure da ogni altra potestà, benché senza conflitto istituzionale con alcuna di esse.

Ha il bambino come cliente – che lo domanda come custode e lo può anche licenziare o non più domandare -, e come si sa il cliente ha sempre ragione:
premessa necessaria per avere, se del caso, torto (solo ai matti si dice sempre di sì).

Non me ne vogliano i Colleghi Avvocati della salute:
Freud, analista, è stato Avvocato della salute del Piccolo Hans.

Milano, 21 febbraio 2008

 

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