“Che angoscia!”: dramma che gioca d’anticipo sul riconoscimento della minaccia di una perdita impossibile perché ne manca l’Oggetto:
un “Amore” puramente presupposto e Oggetto di pura credenza che va a occupare illegittimamente il posto di un vuoto di pensiero.
L’angoscia fino al picco, di cui la crisi di panico è una speciale drammaturgia, è ciò che accade quando alla minaccia
“Se fai questo, se pensi questo, vedrai cosa ti capita…”,
è il soggetto stesso a dare seguito riempiendo i puntini:
anziché – ecco l’alternativa – riconoscere la minaccia come falsità (quell’“Amore” non esiste) e iniquità, ossia un’imputazione.
Non ero mai arrivato a dire con tanta chiarezza e formalità che:
la minaccia non è angoscia, questa realizza quella con una caduta perché s-pensierata.
La parola “panico” è descrittivamente ben scelta:
essa designa la ritirata (dell’io) dal pensiero in cui consisterebbe questo riconoscimento.
La ritirata dal pensiero, inermità anzi disarmo
– chi conosce il sentimento di inermità?, abbandono? –
ha poi due tempi programmati:
la crisi d’angoscia, poi la ricerca della sedazione come azione specifica: medica, farmacologica, un soccorso esterno, ma anche un’azione criminale (tutti oppiacei).
Del panico c’è preparazione, premeditazione, nascoste nella dichiarazione di timore che la crisi possa arrivare, “chissà” (rinuncia a sapere).
Qui opera la coscienza collaborazionista che fa la spia sull’allontanamento dall’Oggetto “Amore” (freudianamente parliamo di disobbedienza al Superio), denuncia un tradimento.
É come il bambino che, nell’angoscia minacciata dalla madre agitandogli lo spettro della perdita dell’amore, piange acutamente e cerca riparo tra le braccia della madre agente della minaccia:
nell’adulto si ripeterà lo schema.
Tornerò sulla prossimità se non identità di angoscia e senso di colpa, quello che fa premeditare e commettere la colpa che, scoperta dalla pubblica Autorità, susciterà l’azione specifica, penale, che conferirà senso all’indeterminato senso di colpa (Raskolnikov):
ne ha parlato abbastanza recentemente Maria Delia Contri.
Milano, 21 gennaio 2008