IL PIZZO ALLA MAFIA CELESTE

Ognuno può stilare la lista delle rinunce o dietro-front che compie – pena l’angoscia – in ossequio a quello che ormai chiamo il Cielo  infernale dell’Oggetto, obiectum-obiezione
– obbedito con obbedienza contemplativamente cieca -,
rinunce non meno di pensiero che pratiche, fino a danni descrivibili e calcolabili economicamente, quando non ematicamente.

Le costellazioni, o Oggetti, o Ideali presupposti di questo cielo fisso sono i più diversi, anche con variabilità individuale:
al primo posto continuo a porre L’Amore presupposto, ma subito arrivano La Sessualità, La Donna, La Madre, ma anche L’Intelligenza, La Conoscenza, L’Università, La Grandezza, Il Bello…:
tutti coloro che afferrano questo concetto saranno in grado di proseguire da soli l’elenco.

Di getto aggiungo anche: La Fede:
è stata questa La Fede – J. Lacan avrebbe scritto Lafede, lafoi e perfino la-foi – ad aver fatto versare tanto sangue, insieme a La Religione.

Sono rinunce accompagnate da vere e proprie negazioni o deformazioni perfino della realtà più ovvia delle cose.

La ferocia dell’Oggetto si manifesta crudamente quando questo è Il Figlio ideale:
il figlio reale, per l’irrilevanza che assume in paragone con l’Ideale, potrà con indifferenza esser fatto diventare un autistico, o uno psicotico:
che sono dei manufatti (con tecniche appropriate descrivibili):
in questa crudezza di linguaggio mi allineo retoricamente a questa etica feroce.

Facendo concessione per una volta all’umorismo nero, è appropriato considerare quelle rinunce come il pizzo pagato alla Mafia celeste:
l’ammontare del pizzo può arrivare all’estremo:
ma a sua volta la si farà pagare,
anzitutto arruolandosi a modo suo nella Mafia.

Milano, 5 dicembre 2007

 

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