LA CATTIVA ISPIRAZIONE

La cattiva ispirazione è come la contemplazione criminale (articolo precedente).

La cattiva ispirazione è come la cattiva Idea:
ci sono buone idee,  ma è l’Idea con la maiuscola – l’Oggetto-guida della contemplazione – a essere cattiva, e fino allo stupro se non al massacro:
è solo per un’Idea che si fa un genocidio:
la Mafia è non più onesta, ma meno disonesta, perché perlomeno non è animata da Ideali.

La parola “ispirazione” è massimamente equivoca:
Van Gogh non si ispirava, copiava (è noto), e proprio ciò ne ha fatto Van Gogh;
Michelangelo nel Giudizio della Sistina ha copiato Signorelli a Orvieto, non si è ispirato:
le Scuole di tutti i tempi hanno sempre volgarmente sbagliato condannando il copiare (dal libro o dal compagno di banco).

Il fanatismo è ispirato.

L’“identificazione” – vecchia parola freudiana – è solo cattiva ispirazione:
essa trae ispirazione da un Oggetto malato, improduttivo, infecondo:
nel noto esempio freudiano, c’è identificazione alla tosse dell’amica come Ideale per non avere un fidanzato:
diciamola così, si identifica nella tosse ma non indossa i tanga dell’amica:
mentre chi copia, copia una buona idea, non un Ideale:
in questo caso diventa un assassino, o un suicida (è Freud ad avere scoperto l’equivalenza).

In fondo il segreto di Hitler è stato quello di essersi posto nel luogo (banale) dell’Oggetto, cui tanti si sono ispirati facendosene autonomamente comandare ancora prima di ricevere specifici comandi massacranti:
ma non voglio approfittarmi di questo torvo esempio storico, ve ne sono altri ufficialmente nobili, o morali.

La moralità rimane ancora da pensare, da millenni.

Milano, 14 novembre 2007

 

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