Non ricordo se ho già scritto questa Nota, forse ne ricordo un appunto non pubblicato, in ogni caso repetita…
Sappiamo da molto che una Fantascienza ben controllata fa corrette proiezioni temporali, e ora ne farò una:
tutti hanno sentito parlare delle “staminali”, cellule primarie che possono svilupparsi in tutte le direzioni biologiche, tessuto nervoso, cutaneo, epatico, osseo eccetera, e già oggi hanno qualche piccola applicazione terapeutica.
Diamoci il tempo opportuno di ricerca pura e applicata, decenni?, un secolo, due?:
ed ecco la fontana dell’eterna giovinezza nonché salute corporea.
La Bioetica stessa in tutte le sue versioni non saprebbe che dire, perché per impedirlo dovrebbe introdurre una eutanasia a tempo (proibito vivere dopo una certa età).
Tra parentesi, forse passeremmo a una nuova epoca della lotta di classe, perché sarebbe cosa da ricchi, ma per il momento sorvolo su un tale scenario.
Le staminali ci obbligano a pensare in modo nuovo – mi correggo: semplicemente a pensare – la questione del nostro desiderio in relazione al tempo, e anche a quello di Dio se esistesse.
Ci interessa una tale prospettiva?, davvero?
Dio stesso non sarebbe più quello che ci riporta in vita e ci ridà miracolosamente la salute, fine di Lourdes:
resterebbe, finalmente!, la sola questione che interessi e che abbia mai interessato, quella della soddisfazione,
compresa quella di Dio, questione evitatissima o malamente risolta, e ci voleva un comics, “John Doe”, per riproporla (Teologia e Filosofia hanno cambiato sede, e io approvo).
Il Buddismo è ateo ma senza passare per la Filosofia occidentale moderna, bensì semplicemente perché non si fida neppure della felicità di Dio, ossia non ha alcuna certezza che Dio possa non essere angosciato (non sa che farsene della certezza apodittica ossia per definizione, e in ciò ha ragione).
La questione della soddisfazione si pone nel suo ineludibile legame col tempo:
l’idea greca di eternità serve solo ad annullare la questione, è uno psicofarmaco metafisico di cui il pensiero greco è la Multinazionale nonché la Psicofarmacologia.
Io non sono islamico solo perché l’Islam non pone, e proibisce di porsi (per quanto ne capisco), una simile questione anche per Allah-Dio:
invece sono cristiano (e insieme freudiano) perché Cristo è una tale questione, in confezione unica con una proposta di soluzione.
Ma in fondo, ormai, siamo tutti islamici, o in alternativa buddisti.
Milano, 25 settembre 2007