Anni fa, quando ho proposto a Colleghi medici le considerazioni fatte ieri e che faccio oggi, ho incontrato forti resistenze:
ebbene, oggi rincaro.
Gli atti medici e chirurgici in sé stessi sono tutti da Codice Penale, ossia degli illeciti, in quanto producono lesioni (in modo ovvio quelli chirurgici, ma anche quelli medici: infatti gli antibiotici uccidono la flora batterica):
gli atti medici non sono omeopatici, e neppure allopatici, sono anti-patici ossia fanno male:
fanno male contro mali maggiori, il che li giustifica, perfino con plauso.
Basta saperlo.
Ciò detto, mi iscrivo tra quella maggioranza di persone che approvano la Medicina ufficiale, e che ufficiale la vogliono (laurea, esame di Stato, Ordine professionale), e con molte riserve sulla medicina omeopatica.
Ma occorre anche sapere che l’autorizzazione giuridica del medico è di specie diversa da quella di altre professioni:
essa è analoga a quella delle professioni autorizzate all’esercizio della violenza legittima dell’Ordinamento giuridico (polizia, esercito, guardia carceraria, guardia di finanza…), come violenza legittima per la difesa della comunità giuridica:
il medico è autorizzato a un particolare, e onorevole, esercizio della violenza legittima.
A molti Colleghi medici dispiacciono queste semplici osservazioni, e quasi tutti i cittadini ne sono sorpresi.
Non accetto che si dica che la medicina è un esercizio dell’amore per il “prossimo” o per l’umanità:
non voglio Figure “buone”, Oggetti superiori, voglio che “buono” sia un giudizio dato volta per volta, non il predicato stabile di un Ente fuori controllo (ente medico in questo caso).
Ho citato chissà quante volte quella frase di Freud:
“Non sono diventato Medico per amore dell’umanità, mai stato così sadico!”
La psicoanalisi non è né omeopatica né anti-patica, è allopatica:
cura per mezzo di un partner ossia un àllos:
cioè usa solo mezzi normali, anzi di una normalità inedita che restava da inventare:
essa tratta con anticipo i malati – tecnicamente – come persone sane, senza illecito neppure quello autorizzato del medico.
La psicoanalisi intima “habeas corpus!” al medico (sono troppo oscuro?, troppo chiaro?)
Milano, 20 settembre 2007