L’OGGETTO “CONOSCENZA”, E L’ESISTENZA DEL VENEZUELA

Un giovanissimo sugli undici-dodici mi ha raccontato divertito questa storiella:
a Scuola la Maestra domanda a un bambino:
– Dove sta il Venezuela?

Risposta: – Ma sì, a pagina sessantotto del Libro di geografia!

Lascio a ognuno di immaginare che cosa accadrebbe nei rapporti internazionali se le cose andassero secondo questa risposta, cioè secondo il “Discorso universitario” lacaniano almeno fiutato da quel giovanissimo:
per esempio, dopo l’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista, alla domanda – Dove sta l’Austria?, avrebbe dovuto rispondere: – Ma sì, stava a pagina n del Libro di prima!

Nella risposta della storiella, il Venezuela ha solo rappresentazione:
nel Libro di geografia, poi più su nei programmi scolastici che prevedono quel Libro, poi più su nei programmi nazionali e Internazionali sull’istruzione, poi più su ancora nell’Idea o Oggetto “Istruzione” o “Educazione” o “Conoscenza”che pre-vede, contempla in sé stessa, il Venezuela.

Così mal ridotto, il Venezuela potrà solo, nel migliore dei casi, farsi presente come l’inconscio del Venezuela, ossia con tutti i mezzi buoni o cattivi (all’occorrenza anche la guerra) per rendersi presente allo scopo di contrastare la censura rappresentativa di esso da parte della “Conoscenza” come Oggetto superiore o ideale o mistico che si degna di rimirarsi nei suoi enti che in esso si rimirano, tra cui il Venezuela.

Almeno quanto al Venezuela, sappiamo che esso non esiste affatto nella sua rappresentazione nel Libro Mistico, ma nella sua rappresentanza giuridico-politica, quella che pensa poi da sé, libera dal Libro, alle proprie rappresentazioni, come Istituzione che solo come tale ha rapporti con altre Istituzioni.

Il Venezuela sta qui come analogia con i nostri corpi individuali, “normalmente” esistenti in Libri di biologia e Trattati di morale che lo rappresentano, senza voler sapere che esso ha già rappresentanza (nel pensiero).

(Segue domani).

Milano, 4 settembre 2007

 

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