“Inter nos sacerdos no se ghe badatur”:
vi lascio alla facile traduzione di questa infamia linguistica (nata in Seminario o giù di lì, cento anni fa o giù di lì).
Era un latinorum così iperbolicamente strafalcionesco che neanche il più ignorante degli studenti potrebbe escogitarlo:
dunque la frase è stata coniata da qualcuno che se ne intendeva, che aveva l’algoritmo della stupidità linguistica spinta.
Ho notizia di questo detto pretesco sia da preti conosciuti confidenzialmente, sia e prima da mio padre nella mia infanzia:
un uomo colto cui sono debitore, in particolare anche del gusto per il latinorum terroristico come questo, e più in generale per le barzellette esponenzialmente stupide, così trascendentemente stupide da far gettare la maschera alla finta stupidità del loro inventore:
che è poi quella di un teatro popolare che non esiste più, come quello di Franco Franchi e Ciccio Ingrassìa tra altri.
Ma in questo caso, la frase che cosa significa?
Il fatto è che significa:
significa “Non è vero niente!”, detto dal prete che l’ha inventata.
É una delle cento frasi della perversione (Verleugnung, Freud), pronunciata con un sorriso d’intesa.
Questa frase è Storia.
Viviamo tutti di “Non è vero niente!”, e da secoli che saprei numerare.
La psicoanalisi è nata come replica a questo “Non… !”
Milano, 2 luglio 2007