Sabato domenica 9-10 giugno 2007
in anno 151 post Freud natum
Lettura di:
S. Freud
Tecnica della psicoanalisi. Consigli al medico, § c
OSF 6
non quello di Robespierre ma di Freud:
la psicoanalisi (la tecnica psicoanalitica) è Comitato di Salute pubblica per gente che meriterebbe la ghigliottina (lo diceva già Amleto), ma che proprio grazie alla psicoanalisi non la meriterà più, né continuerà a imporla ad altri, che pure la meriterebbero.
Ho preannunciato questo articolo in quello di giovedì 7 giugno, da rileggere prima di questo, citando l’enigma di Freud che consentiva con il detto di Ambroise Paré:
“Je le pansai, Dieu le guérit” (Io l’ho curato, Dio lo ha guarito),
oggi con una rettifica, anzi un’ equivalenza traduttiva:
“Io l’ho trattato (pansai da panser), Dio lo ha guarito”.
Ho già riferito la battuta di J. Lacan:
“Non voglio che mi si ami: voglio che mi si tratti bene”
(Je ne veux pas qu’on m’aime: je veux qu’ on me traite bien : ecco il vero J. Lacan).
Equivalenza di curare-trattare-salvare-amare:
non c’è amore nella Medicina, anche se essa ci serve come ancilla:
nel caso della medicina io Medico dico volentieri “Viva la servitù” (con il che non incremento le mie amicizie tra i Colleghi medici, che si vorrebbero padroni della salute).
Che c’entra “Dio” con il miscredente Freud?
C’entra sì, non con il “Dio” dei Greci traditori, ma con il “Dio” – comunque lo si chiami, ma certo non “L’Essere” – del Libro detto Genesi.
Dividiamo quel detto o frase in due momenti, posti e persone (in essa è già così):
1° “Io l’ho trattato”.
la tecnica o “regola psicoanalitica fondamentale” contiene già le condizioni della guarigione, semplicemente perché le pone:
un’analisi è un rapporto validamente posto, salute già in atto, starà al paziente renderlo effettivo, o efficace.
La salute o normalità è:
non omettere (non aggredire), e non sistematizzare (non generalizzare l’aggressione), ossia una nuova concezione dell’ordine:
l’Ordine, se è, è giuridico non sistematico (“Sistema giuridico” è un ossimoro).
Sarò troppo conciso come altre volte:
è una regola di consistenza e innocenza.
Ancora più concisamente:
insieme, le due fanno l’affidabilità.
2° “Dio lo ha guarito”.
Qui “Dio” è il soggetto stesso “a immagine e somiglianza di Dio”:
che guarirà se entrerà motu proprio nell’Ordine della salute.
Tempo fa ho usato una frase-trappola:
“Non creda che io possa guarirLa (o curarLa, o amarLa…)”:
il fatto è che La amo curo guarisco solo ponendone le condizioni, in quanto già valide e efficaci per me (Freud vi ha insistito molto).
Ciò è vero anche per “Dio”, quello con cui simpatizzo da sempre:
Dio non salva, cura, guarisce, ama, ma pone delle condizioni, in seguito alle quali si potrà simpatizzare con lui (come Giobbe) nell’amore e nella salute.
Nella psicoanalisi si realizza il detto antico e moderno:
“Homo homini Deus”.
Ambrosie Paré metteva ancora del fideismo là dove noi (psicoanalisti) non ne abbiamo più bisogno:
e non per rifiuto di credere all’innocente e non contraddittorio.
Milano, 9-10 giugno 2007