PERSONA SENZA PERSONA, O L’ANTICONCEZIONALE DEL PENSIERO

Domenica 25 marzo 2007
in anno 150 post Freud natum

 

Lettura di:

S. Freud
Aldilà del principio di piacere
OSF 9

“L’ultima cosa rimasta da personalizzare sono le persone” (Bucchi, vignetta di Repubblica di venerdì 23 marzo: non l’ho mai conosciuto ma lo considero da anni un compagno).

É ciò che cerca di fare la psicoanalisi, ossia “Un uomo che ha futuro” come titolavo un mio saggio ancora recente.

“C’era una volta che morire era facile”, anni fa traducevo così una frase di “Aldilà del principio di piacere” di Freud (“Die damals lebende Substanz hatte das Sterben noch leicht”, GW 40).

É già il caso del bambino (ci tornerò),niente della morte da Taliban-kamikaze, in generale del suicidio.

É anche il caso del vivere l’oggi come l’indomani della morte: ossia morte scontata (da “sconto”, estinzione di un debito) come nuovo punto di partenza.

Passiamo subito al mortifero delle Teorie patogene: l’Eternità mortifera del tempo, l’Anima mortifera del pensiero, la Sessual-ità mortifera dei sessi.

Le Teorie sono paranoiche (vivono e fanno vivere di angoscia): esse sentono ostili il tempo, il pensiero, i sessi (è J. Lacan ad avermi reso sensibile alla “conoscenza paranoica”).

Perfino i Paradisi (che sono Teorie) detestano l’uomo (da de-testare ossia sconfessare: infatti nel nostro Mondo tutti si de-testano, sconfessano l’altro).

Le Teorie sono l’anticoncezionale del pensiero: peccato che certe autorità morali non le condannino come condannano gli anticoncezionali.

Due e opposti sono i significati di “pulsione di morte”:
quello di pulsione di pace (“sorella morte”),
e quello di bacillocultura dell’odio (ancora Freud).

É bene morire alla morte, alle Teorie mortali:
anzitutto alla morte degli istinti di conservazione individuale e della specie (“istinto sessuale”), che non esistono che come ignorate Teorie:
vita e sessi non si reggono su istinti, oscura “natura”: questo sì è oscurantismo, perdurante anche tra i Lumi.

Quante! le persone sul mio divano che a trent’anni vivono, non dico neppure come se ne avessero centotrenta o l’età dei patriarchi, ma vivono per la morte pre-concetta, ossia senza lavoro anzitutto come lavoro del pensiero o intellettuale cioè senza futuro.

Arrivo alla persona come persona: quella che inizia a esistere come Istituzione sovrana superiorem non recognoscens: in ciò nulla di anarchico né di astrattamente ribellista:
la Teoria della superiorità delle Istituzioni all’individuo (o al pensiero) è anch’essa un esempio di paranoia.

Con i termini un po’ freddi della dottrina giuridica: c’è persona solo quando questa passa da persona fisica a persona giuridica, superiorem non recognoscens.

Questa era già un’idea cristiano-paolina ma, già prima, di Genesi.

Questa persona come Istituzione, non sarà ai diritti umani che farà appello, né al diritto naturale: da anni sostengo che c’è sì un primo e distinto Diritto rispetto a quello corrente, ma non “naturale” che poi significa ideale e ideologico, bensì positivo ossia posto dalla persona stessa (“Pensiero di natura”).

In queste cose, omnes peccavimus da millenni.

Milano, 25 marzo 2007

 

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