“MI PENTO E MI DOLGO DEI TUOI PECCATI”

Proseguo l’articolo di ieri (“Insegnare il Padre Nostro ai genitori”) commentando un lapsus appena riferitomi in via amichevole:
recitando la preghiera nota come “Atto di dolore”, la mia amica anziché “miei” aveva detto “tuoi”.

Ce ne sarebbe per un’intera analisi: perché l’analisi è fare il giro del Mondo, il mondo del peccato dell’altro, individuando la propria implicazione in esso.

Potremmo anche dire il peccato del padre: ma come errore de patre, intorno al padre, da parte dei detti “padri”, delle dette “madri”, dei male-detti “figli”, figli e figlie.

All’errore de patre Freud ha dedicato “Totem e tabù”, romanzo storico del padre-nella-crisi (concetto formulato in “Il pensiero di natura”), con padre asserragliato nel Palazzo d’inverno dietro la mitragliatrice (non-gode delle donne), figli che lo assaltano, donne a guardare alla finestra, epilogo invidioso-melanconico.

In prima approssimazione aforistica, “padre” ha molti sportelli, tutti, anzi è il Manifesto di tutti gli sportelli.

Il padre è il Finanziatore, come principio di autofinanziamento: approfittare di ogni occasione come finanziamento, magari marginale, per profittare con partner.

É il principio contrario all’invidia, che è universale e nemica di tutti gli sportelli, insieme alla superbia e all’avarizia:
ossia il principio che tutto è terra promessa (eredità ma in progress), aldilà dell’antica rivelazione.

Non è detto che Deng Xiaoping si rendesse conto della portata di ciò che diceva con il Comandamento non capitalistico ma ipercapitalistico: “Arricchitevi!”, rivolto urbi et orbi e a tutti i livelli, e senza predeterminare il contenuto della ricchezza.

L’iconografia plurisecolare ha sempre sbagliato a rappresentare il padre come un anziano, e la madre come matrona aldilà della differenza sessuale.

L’eredità di cui parlo è “a babbo vivo” e non meno giovane dei figli.

Il peccato è Teoria contro pensiero, scandalo anzitutto per i bambini: in questo senso la psicoanalisi è rara dottrina morale (raccolta dal Pensiero di natura come de natura).

Milano, 15 marzo 2007

 

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