DICO: PANSESSUALISMO!

Erano bei tempi quando noi psicoanalisti venivamo accusati di pansessualismo: prendevamo su di noi questo peccato dell’umanità malata (come suoi curanti), ma ne venivamo accusati.

Io e Colleghi chiamiamo questo peccato “sessual-ità”, che non designa affatto i sessi ma la Teoria plurimillenaria e ubiquitaria che in natura esisterebbe una causalità sessuale detta “istinto”: è solo un caso di diffamazione delle persone sessuate, ossia di tutti.

L’errore “sessual-ità” è entrato in Parlamento e nelle piazze: non doveva ma è successo, e ciò dovrebbe ammaestrarci.

In fondo la forza della Teoria gay è proprio questa Teoria, in quanto sostenuta e praticata acriticamente anche nel fronte opposto, considerato e “stimato” come moralmente ineccepibile: imprevista coincidentia oppositorum.

Dico da molto tempo che i sessi, per essere vivibili, non devono avere voce in capitolo (ossia figurare positivamente nella legge) in quanto tali: la Cultura gay ha prodotto il passaggio alla voce in capitolo.

Colui che ha detto “ama et fac quod vis” ha visto logicamente giusto: “ama” – qualsiasi cosa significhi, e questo significato è oggi più oscuro di ieri – sta per una condizione tale che allora (se-allora) si potrà (moralmente) fare qualsiasi cosa di qualsiasi cosa, sessi compresi, senza eccepibilità.

La recente manifestazione pro i Dico-Pacs (ma se fosse stata contro sarebbe stato lo stesso) è stata semplicemente un atto di pornografia di massa politicamente trasversale (le femministe del passato, con pollici e indici minacciosamente congiunti e sollevati, erano più proponibili e perfino gaie):
ricordo un comics pornografico di anni fa che rappresentava una città con vie e piazze gremite di folla in tutte le possibili varianti porno, e questa rappresentazione era più gaia della suddetta cupa manifestazione.

C’è poi il fatto (ci verrò prossimamente) che la sessualizzazione pubblica – condivisa dai fronti opposti – dei Pacs-Dico è un caso di iniquità sociale di massa:
i Pacs – a condizione che non vengano sessualizzati – potrebbero essere per milioni di persone un’occasione di risparmio (affitto, bollette,…), cioè di autofinanziamento, a buon fine tanto individuale quanto sociale (come minimo aumenterebbero i consumi).

Sarebbe un importante caso di spostamento del Diritto a favore dell’individuo-imprenditore, dunque una quarta categoria rispetto alla consueta terna: Grandi-Medie-Piccole imprese.

Questo spostamento, la Civiltà che conosciamo non lo vuole, oppure non ne è capace.

Volere?, capacità?: ecco un caso di incapacità di volere (e, va da sé, di intendere).

Milano, 12 marzo 2007

 

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