DEBITI: INSEGNARE IL “PADRE NOSTRO” AI GENITORI

Passiamo la vita a pagare debiti altrui (da bambini quelli degli adulti):
con l’aggravante di giustificare il pagamento come amore, o almeno compassione o tenerezza (presto o tardi sarà la tenerezza del macellaio per la carne, sadismo).

É il solito equivoco sul Quarto comandamento:
che non impone affatto il dovere di amare i genitori, ma consiglia di onorarli – anche quando non lo meritano – per il vantaggio di non sprecare la nostra vita nella vendetta infinita.

Sono debiti infiniti perché la loro trasmissione senza fine li toglie dall’imputabilità, che significa finirla lì:
il debitore-trasmissore – come dell’Aids – non passa per la via indicata dal Padre Nostro, “rimetti a noi i nostri debiti”, che implica il loro riconoscimento, cioè l’imputabilità assunta.

Nella psicoanalisi l’imputabilità, propria o altrui, è la via della guarigione.

Non arrivo a dire che la psicoanalisi l’ha inventata Gesù Cristo (mi propongo però di esplicitare il nesso), ma arrivo a prolungare così il Padre Nostro:
“come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non li mettiamo addosso ai nostri figli”.

Fino a, se ci accorgiamo di averlo fatto, includere questo fatto tra i debiti da riconoscere perché ci siano rimessi.

Ogni figlio dovrebbe insegnare il Padre Nostro ai genitori.

Ripeto la distinzione che faccio da più di dieci anni tra confessione sacramentale e psicoanalitica:
nella prima si confessano i propri debiti, nella seconda – Tribunale Freud – quelli impostici da altri:
sappiamo quanto si resiste a riconoscere il secondo caso: il ricatto angoscioso dell’“amore” è più brutale e universale dei ricatti della Mafia.

In ciò che dico è in vigore un mio vecchio ricordo di C. Musatti, che alla domanda “Che differenza c’è tra confessione e psicoanalisi?” rispose che lui non era cattolico e dunque non gli toccava di rispondere:
non vedevo perché, non era una questione di fede ma di logica.
(ero giovanissimo: ciò che devo a questo ricordo non ha prezzo).

Per credenti e non credenti, la rivelazione del Padre non è conclusa, oppure siamo regrediti impensabilmente a prima di essa, ma mi correggo: impensatamente.

Tutto torna al pensiero, il nemico del Nemico.

Milano, 14 marzo 2007

 

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