CHE PIOLA DI FIOLA!

Si tratta del sogno in cui una ragazza rimprovera il fidanzato di trattarla come una “piola”: già nel sogno è noto che la lettera p sostituisce la lettera f iniziale di “fiola” cioè ragazza nel dialetto familiare alla sognatrice (dunque un piolo grammaticalmente femminilizzato).

Mi è facile ricordare il vecchio film “Rocco e i suoi fratelli”, in cui la madre dice al figlio: “Trovati una bella maschietta!”

Possiamo essere certi che tutti i Rocco del mondo troveranno delle maschiette, anche se la madre è una “terrona” illetterata come nel film: la sua epistemologia è superiore all’Epistemologia, e chissà che non ne dia la forma.

(Nel portarsi la Madonna in cielo, Dio doveva essere terribilmente sicuro del fatto suo, e anche di lei).

Nel rimprovero del sogno, cioè nell’insoddisfazione, è denunciato un errore del pensiero (di soddisfacente in questo sogno c’è l’esigenza di correzione dell’errore).

Ho appena accennato a due distinte fonti dell’errore, l’uomo e la madre: qui trascuro la loro articolazione (in cui non c’è padre, né nel padre né nella madre).

Dell’errore accennato si segnala la stupidità, ma incoercibile, e universale (non mi impegno ora con l’universalità, mi accontento dell’osservazione della sua notevole frequenza anche in intelletti non stupidi).

Il fidanzato cui è rimproverato l’errore potrebbe benissimo essere un navigato latin lover.

Inoltre non è l’esperienza percettiva del bambino, né dell’adulto, a metterlo sulla strada di un tale errore, che è dunque interno al lavoro intellettuale.

Tralascio una digressione sulla lingua tedesca e sulla funzione in essa del neutro “das”: già Freud osservava che in tedesco la ragazza si dice das Mädchen (così come il bambino di dice, sempre al neutro, das Kind: il neutro offusca la differenza sessuale nell’oggi e la rimanda eternamente al domani, omosessualità dell’Eternità).

Ci sono errori – che sarebbero comici se non fossero sanguinari – che si commettono per impotenza logica, o del pensiero (i Logici non hanno mai considerato il caso, e ciò non li avvalora).

Il mondo di questi errori, il Mondo in quanto questi errori, è il mondo del loro puntellamento reciproco: tutto si regge per puntelli (sulla “Dialettica”, sul “Sistema”, sullo “Spirito”, Hegel si illudeva).

Rifiuto di spiegare il modo di produzione di questo errore: perché dovrei lavorare solo io?

Solo una parola sull’universalità dell’errore: potrebbe non essere commesso?

L’accento va posto non sulla stupidità dell’errore, ma sull’invincibilità del suo rigoroso modo di produzione.

Noi passiamo la vita a stupidamente contraddirci – “noi” sia del popolo che dell’inclita, interclassisticamente -, e ad offenderci se qualcuno ce lo fa notare.

Freud ha trovato la via per evitare l’offesa mantenendo l’imputazione.

Milano, 23 febbraio 2007

 

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