Sul periodico Vita di dicembre sarà citata una mia frase presa da una conversazione con quella trentina di persone che da anni incontro informalmente con regolarità infrequente:
“Oggi il potere è più raro che i diamanti nel sottosuolo della Lombardia (…): il mondo allo stato attuale è nell’impotenza”.
Non che prima andasse meglio: ma mascherava l’impotenza con la prepotenza.
La nostra è la terra desolata, la waste land di Th. S. Eliot, ma come terra de-solata o disertata dal potere: non ce n’è.
C’era quel tal Th. R. Malthus (1766-1834), agli inizi dell’economia politica moderna, che è rimasto celebre per la sua tesi naturalistica che la popolazione cresce più rapidamente dei mezzi di sussistenza o risorse naturali, ossia che non ce n’è per tutti.
Ovviamente poi la discussione si è svolta, anzitutto con Marx, a partire dalla costatazione che i mezzi, non solo di sussistenza ma di produzione, sono in mano a pochi.
Una costatazione che torna sempre più vera oggi, in ogni parte del mondo: compagno Marx, torna tra noi in vesti rinnovate! (senza “Dittatura del proletariato”).
Ma il malthusianesimo applicato al potere – questo lo dico io – è più radicale: non ce n’è per tutti perché non ce n’è per nessuno.
Anzi: per qualcuno (quante pagine dovrei scrivere per illustrare questa rettifica?)
Non sappiamo quasi niente del potere, siamo ignoranti, benché esagitati se non fanatici nel parlarne e scriverne: ci limitiamo a desumerlo indirettamente, e delirantemente, dalla coppia di opposti prepotenza-impotenza (delirio paranoico).
(mi autocito per l’ennesima volta da uno scritto del 1978: “Il buco tra l’impotenza e la prepotenza non è ancora stato colmato”).
Compreso e per primo M. Foucault, siamo i fideisti fanatici del sostantivo “Il Potere”: fideisti perché, se esistesse potere, sarebbe quello del verbo “potere”, che riguarda solo il singolo, sovrano nel verbo.
La verità dell’anoressia è la frase: “Non posso mangiare”.
Il nostro mondo è un catalogo di anoressie: la prima delle quali è quella del pensare.
Segue, ma solo all’ultimo posto, l’anoressia sessuale, che ha l’impotenza o la frigidità solo come fenomeno clinico secondario.
Se ci fosse potere, sarebbe potere pensare: cosa negata ben più che l’esistenza di Dio (che non importa a nessuno, neppure agli apologeti fideisti più esagitati: siamo anoressici anche in questo).
Milano, 19 dicembre 2006