Pascal ha scritto “l’uomo è una canna pensante” (l’homme est un roseau pensant).
Aveva torto. Restando metaforicamente nel Regno vegetale, l’uomo è la pianta di fico evangelica che si giudica dai frutti. Insomma la pianta pensa ai frutti. L’uomo è un albero da frutto pensante. Un produttore insomma, senza preclusioni quanto alle categorie di prodotto.
E non fa obiezione il fatto che solitamente pensa male: come dire che agisce male perché pensare è agire, premeditare (il Diritto penale riconosce peso reale alla premeditazione).
Pensare male è avere un pensiero di troppo, anche se la conseguenza del troppo è il poco di pensare bene ossia con frutto. Il criterio del bene è il frutto. L’astrazione “Il Bene” fa male. Male anche come stragi: queste hanno come premessa “Il Bene”, il Novecento insegna.
E ormai anche il Duemila: le Torri Gemelle hanno come premessa “Il Bene”, non il frutto come fine. L’Assoluto detto “Il Bene” è il massimo relativismo.
Il Terrorismo è una canna pensante “Il Bene”.
Pascal aveva torto anche un’altra volta, nella celebre “scommessa”. Voltaire poi J. Lacan lo hanno definito “disonesto”, cioè mal-pensante (ci tornerò).
20 settembre 2006